LA MEMORIA INVOLONTARIA E IL TEMPO RITROVATO

 Nella Ricerca del tempo perduto Proust spiega quelli che sono i meccanismi secondo i quali si avvia il recupero della memoria che è alla base della sua narrazione: in primo luogo il recupero del passato non avviene attraverso la “memoria volontaria”, che è intesa come la normale capacità di registrare e ordinare i ricordi del passato, ma attraverso la “memoria involontaria”, quella che è capace di restituire in modo irrazionale episodi del passato che si credevano perduti per sempre. Quindi a risvegliare e mettere in azione questa memoria, basta lo stimolo di una sensazione visiva, o olfattiva, come un profumo o un sapore, perché dentro di noi riaffiori un ricordo che è legato a quella percezione. Ciò che ha il potere di far ritrovare i giorni trascorsi, che la memoria volontaria non riesce a rievocare, sono quei momenti in cui ad una situazione attuale viene a sovrapporsi una situazione passata simile che restituisce all’autore un frammento di vita trascorsa

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